Cassa integrazione per il caldo e le linee guida dell’Inail, cosa c’è da sapere

Martedì, a causa di un guasto ai computer del reparto verniciatura e dei condizionatori dello stabilimento, i lavoratori dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco hanno concluso il turno pomeridiano alle 16 a causa del caldo e del blocco della linea di produzione. Alcuni giornali hanno erroneamente collegato questa situazione alla possibilità di richiedere la cassa integrazione ordinaria per “eventi meteo” prevista dall’INPS. Tuttavia, i sindacati hanno chiarito che la riduzione anticipata del turno è stata dovuta a cause tecniche, non meteorologiche.

Non è ancora certo se Stellantis richiederà la cassa integrazione ordinaria per le ore perse, ma ci sono state speculazioni in merito. Tuttavia, questa forma di cassa integrazione, prevista dalle norme dell’INPS, è considerata un’eccezione e non sostituisce la responsabilità dei datori di lavoro di garantire condizioni di lavoro adeguate per i dipendenti.

La cassa integrazione ordinaria per eventi meteo può essere richiesta dal datore di lavoro solo in caso di condizioni meteorologiche avverse, come neve, pioggia, gelo e nebbia, per i lavori all’aperto. Ci sono parametri specifici da seguire, ad esempio, per i lavori di costruzione di edifici, si può interrompere l’attività con precipitazioni giornaliere superiori a 2 millimetri di pioggia, mentre per lavori come intonacatura, verniciatura, pavimentazione e impermeabilizzazione, è sufficiente superare 1 millimetro di pioggia.

Le temperature eccezionalmente elevate, generalmente superiori a 35/40 gradi, possono costituire un motivo valido per richiedere la cassa integrazione ordinaria, come specificato nelle circolari dell’INPS del 2016. Nel corso degli anni, l’INPS ha fornito ulteriori dettagli, sottolineando che la soglia di 35 gradi non è un parametro vincolante. La temperatura “percepita” dall’individuo può superare quella segnalata dagli strumenti di misurazione, e l’umidità può anche influenzare le condizioni di lavoro.

È importante sottolineare che la responsabilità dei datori di lavoro è quella di creare condizioni di lavoro dignitose e sicure per i dipendenti. La cassa integrazione ordinaria può essere richiesta solo quando sussistono rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, a condizione che tali rischi non siano attribuibili al datore di lavoro o ai lavoratori stessi.

L’INAIL fornisce linee guida per la gestione del rischio in caso di temperature elevate, sottolineando l’importanza dell’idratazione, dell’abbigliamento adeguato, dell’organizzazione dei turni e dell’accesso ad aree ombreggiate durante le pause. Devono essere prese misure specifiche per i lavoratori più vulnerabili al caldo, come quelli con malattie preesistenti.

La richiesta di cassa integrazione ordinaria per temperature elevate è rara, poiché molte aziende preferiscono adottare misure per migliorare le condizioni di lavoro anziché interrompere la produzione.

Avvocato Ester Cattaneo