Cassazione: dipendenti pubblici e segnalazione di comportamenti illeciti, il provvedimento

Con un provvedimento emesso il 22 maggio 2023, la Corte di Cassazione ha stabilito che i dipendenti pubblici, al fine di segnalare comportamenti illeciti di cui vengono a conoscenza durante il loro rapporto di lavoro, possono adottare tutte le azioni necessarie per raccogliere informazioni utili alla denuncia.

Il caso in questione riguarda una lavoratrice che ha impugnato una sanzione disciplinare inflittale per aver consultato documenti riservati senza giustificato motivo, i quali non erano accessibili a causa delle sue mansioni, allo scopo di denunciare un comportamento illecito di cui era venuta a conoscenza. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta della ricorrente, sostenendo che la sua condotta non rientrava nelle disposizioni in materia di “whistleblowing”.

Nell’ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione di merito e ha osservato che l’articolo 54 bis del Decreto Legislativo n. 165/2001 prevede l’esenzione dalla responsabilità disciplinare per la segnalazione di comportamenti illeciti di cui il dipendente sia venuto a conoscenza diretta “in ragione del rapporto di lavoro”.

Secondo i giudici di legittimità, ciò significa che tali comportamenti devono essere appresi non solo in virtù delle mansioni svolte, ma anche in modo casuale, in occasione o a causa delle attività lavorative svolte. Pertanto, secondo la sentenza, il dipendente può intraprendere tutte le azioni che, anche se rilevanti dal punto di vista penale (come ad esempio l’abuso di ufficio), sono funzionalmente connesse alla denuncia dell’illecito.

Sulla base di tali presupposti, la Corte Suprema ha accolto il ricorso presentato dalla lavoratrice e ha dichiarato l’illegittimità della sanzione disciplinare inflittale.

Avvocato Ester Cattaneo