Cassazione: le telecamere in azienda possono essere utilizzate per le contestazioni disciplinari
La Cassazione ha emesso l’ordinanza n. 8375 del 23.03.2023, in cui si stabilisce che le riprese dei sistemi di videosorveglianza installati per motivi di sicurezza, che riprendono anche spazi accessibili a personale non dipendente, possono essere utilizzate per le contestazioni disciplinari.
Partiamo dai fatti. Un educatore professionale ha impugnato una sospensione di 10 giorni dal servizio e dalla retribuzione, inflittagli dal datore di lavoro per aver afferrato e spinto uno studente, causandone la caduta a terra. La Corte d’Appello ha respinto la domanda del lavoratore, ritenendo la condotta del datore di lavoro legittima, in quanto basata su videoriprese delle telecamere di sicurezza installate nell’istituto scolastico, senza violare l’art. 4 della legge n. 300/1970.
Con l’ordinanza n. 8375 del 23.03.2023, la Cassazione ha stabilito che le videoriprese delle telecamere di sicurezza installate per motivi di sicurezza e che riprendono anche spazi accessibili a personale non dipendente possono essere utilizzate per le contestazioni disciplinari. Tuttavia, la Corte d’Appello avrebbe dovuto valutare se l’utilizzo delle videoriprese fosse stato coerente con i principi di proporzionalità e necessità.
La Cassazione, quindi, ha confermato la legittimità dell’utilizzo delle riprese del sistema di videosorveglianza per contestare un illecito, a condizione che siano valutate nell’ambito di un quadro probatorio più ampio. Secondo i giudici, queste riprese possono essere utilizzate anche se destinate ad altre finalità, purché rispettino le garanzie procedurali previste dalla legge. La Corte ha rigettato il ricorso del lavoratore, ritenendo proporzionata la sanzione rispetto all’illecito e corretto l’iter procedurale seguito dall’azienda.
Avvocato Ester Cattaneo