Decreto lavoro: a breve l’approvazione del Consiglio dei Ministri
Il Consiglio dei Ministri approverà a breve il nuovo decreto Lavoro che riscrive la disciplina dei contratti di lavoro, delle misure di sostegno e inclusione delle famiglie e introduce nuovi incentivi per l’assunzione dei giovani. Il decreto prevede diverse decorrenze dei provvedimenti, alcune immediate come le nuove causali dei rapporti di lavoro a termine, altre differite al 2024, come l’introduzione della Garanzia per l’inclusione – Gil e della Garanzia per l’attivazione lavorativa – Gal.
Tra le novità, ci saranno semplificazioni degli obblighi informativi in merito al rapporto di lavoro, il rafforzamento dell’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, la maggiorazione dell’assegno unico, e la proroga fino al 2025 del contratto di espansione. Inoltre, il decreto interviene sulle misure di sostegno e inclusione con una revisione del reddito di cittadinanza e introduce importanti novità anche per le causali di legittimità dell’apposizione di un termine al contratto di lavoro subordinato e sugli incentivi e agevolazioni all’assunzione.
A partire dal 2024, i nuclei familiari con almeno un soggetto disabile, minorenne, ultrasessantenne o invalido civile, potranno beneficiare della Garanzia per l’inclusione (GIL), a patto di soddisfare specifici requisiti di reddito, patrimonio e residenza. Questo beneficio economico, pari a 6.000 euro annui, spetterà per 18 mesi e potrà essere rinnovato per ulteriori 12 mesi. La percezione di lavoro dipendente o autonomo è compatibile con la misura entro il limite massimo di 3.000 euro lordi. Inoltre, è stato istituito il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. I nuclei familiari beneficiari della GIL dovranno aderire ad un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa, ad eccezione dei pensionati, degli ultrasessantenni e dei disabili. Inoltre, il beneficiario sarà tenuto ad accettare un’offerta di lavoro che abbia durata non inferiore ad un mese e, se part-time, un orario pari almeno al 60% dell’orario a tempo pieno.
A partire dal 1° settembre 2023, i beneficiari del reddito di cittadinanza che avranno sottoscritto il patto per il lavoro potranno richiedere la Prestazione di accompagnamento al lavoro (PAL), che prevede un’indennità mensile di 350 euro per ciascun richiedente, fino al limite massimo del precedente Rdc per ciascun nucleo familiare. La richiesta della PAL dovrà essere presentata per via telematica all’INPS almeno trenta giorni prima della scadenza del termine di fruizione, previsto per il 2023.
A partire dal 1° gennaio 2024, la Garanzia per l’attivazione lavorativa (GAL) sarà disponibile per persone tra 18 e 59 anni con un valore ISEE non superiore a 6.000 euro. La GAL prevede un importo massimo di 350 euro al mese per un massimo di dodici mesi, senza possibilità di rinnovo. Inoltre, può essere richiesta da un massimo di due persone per nucleo familiare. La GAL rappresenta un’ulteriore misura a sostegno delle famiglie a basso reddito, finalizzata ad attivare la loro inclusione lavorativa.
La Garanzia per l’inclusione prevede incentivi per i datori di lavoro privati che assumono i beneficiari con contratti a tempo indeterminato, apprendistato o a tempo determinato. L’incentivo massimo è pari a 8.000 euro per un periodo massimo di 24 mesi. In caso di assunzione a tempo determinato o stagionale, lo sgravio dei contributi INPS è del 50% entro il tetto massimo di 4.000 euro per un periodo massimo di 12 mesi. Per l’avvio di un’attività autonoma, viene riconosciuto un beneficio aggiuntivo pari a sei mensilità della Garanzia di Inclusione, fino a un massimo di 500 euro mensili.
A partire dal 1° giugno e fino alla fine del 2023, i datori di lavoro privati possono richiedere un incentivo del 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per le nuove assunzioni di giovani che rientrano nella fascia di età inferiore ai 36 anni, non sono inseriti in corsi di studi o formazione e sono registrati al Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”. L’incentivo è cumulabile con lo sgravio giovani e altre riduzioni delle aliquote di finanziamento previste dalla normativa vigente. Il beneficio spetta esclusivamente per i contratti a tempo indeterminato e di apprendistato professionalizzante o di mestiere e non è applicabile ai rapporti di lavoro domestico. La richiesta per l’incentivo avviene tramite procedura telematica all’INPS.
Il contratto di lavoro a tempo determinato in Italia è stato recentemente riformato. Le nuove norme sostituiscono le precedenti causali per l’impiego di questo tipo di contratto. Ora, le causali legittimanti il ricorso al lavoro a tempo determinato includono le esigenze previste dai contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, le esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti e le esigenze sostitutive di altri lavoratori. La certificazione delle esigenze tecniche, organizzative e produttive deve essere effettuata presso una delle commissioni preposte.
Il datore di lavoro dovrà semplificare le informazioni e gli obblighi di pubblicazione riguardanti il rapporto di lavoro, in particolare per quanto riguarda l’orario di lavoro e la sua programmazione, nonché il periodo di prova, indicando il riferimento normativo o la contrattazione collettiva. Sarà inoltre obbligatorio fornire i contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali, insieme agli eventuali regolamenti aziendali applicabili, attraverso la consegna diretta o la pubblicazione sul sito web aziendale.
Il decreto in procinto di essere approvato prevede una serie di misure, tra cui il potenziamento della sorveglianza sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, la creazione di un fondo per i familiari degli studenti coinvolti in infortuni durante le attività formative e l’estensione della tutela INAIL agli studenti e al personale del sistema di istruzione e formazione. Inoltre, i lavoratori domestici saranno sottoposti a sorveglianza sanitaria e l’assegno unico sarà maggiorato per i genitori lavoratori coniugati deceduti. Ci saranno anche modifiche alla disciplina delle sanzioni amministrative per il mancato versamento delle ritenute previdenziali e un nuovo tetto di 3.000 euro per la deducibilità dei contributi versati per gli addetti ai servizi domestici. Infine, il contratto di espansione sarà prorogato fino al 2025.
Avvocato Ester Cattaneo