Diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali: Il Consiglio europeo si pronuncia

Il Consiglio europeo si prepara a negoziare con il Parlamento europeo una nuova direttiva che garantirà l’accesso ai diritti lavorativi a milioni di lavoratori su richiesta.

I ministri responsabili dell’Occupazione e degli Affari sociali hanno raggiunto un accordo sull’orientamento generale del Consiglio riguardo a una proposta di direttiva che mira a migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali.

La proposta introduce due importanti miglioramenti: stabilisce criteri chiari per determinare lo status occupazionale delle persone che lavorano tramite piattaforme digitali e definisce le prime norme dell’Unione Europea sull’uso dell’intelligenza artificiale sul luogo di lavoro.

Attualmente, la maggior parte dei 28 milioni di lavoratori delle piattaforme digitali dell’UE, tra cui tassisti, lavoratori domestici e addetti alle consegne di cibo, sono considerati formalmente lavoratori autonomi. Tuttavia, molti di loro sono soggetti a norme e restrizioni simili a quelle applicate ai dipendenti. Questo indica chiaramente che hanno un rapporto di lavoro effettivo e dovrebbero quindi beneficiare dei diritti lavorativi e della protezione sociale garantiti ai dipendenti dal diritto nazionale e dell’UE.

L’obiettivo del Consiglio è affrontare questa classificazione erronea e garantire che questi lavoratori possano essere riclassificati come dipendenti. L’orientamento generale del Consiglio prevede che, se il rapporto di lavoro tra i lavoratori e la piattaforma soddisfa almeno tre dei sette criteri stabiliti nella direttiva, si presuma legalmente che i lavoratori siano dipendenti della piattaforma digitale (e non lavoratori autonomi). I criteri includono:

– Limiti massimi sulla retribuzione dei lavoratori
– Restrizioni sulla possibilità di rifiutare il lavoro
– Regolamentazioni riguardanti l’aspetto esteriore o il comportamento

Nel caso in cui si applichi la presunzione legale, spetterà alla piattaforma digitale dimostrare che non esiste un rapporto di lavoro secondo la legge e le pratiche nazionali.

Le piattaforme di lavoro digitale utilizzano regolarmente algoritmi per la gestione delle risorse umane. Di conseguenza, i lavoratori delle piattaforme digitali spesso si trovano di fronte a una mancanza di trasparenza riguardo alle modalità di adozione delle decisioni e all’utilizzo dei dati personali.

Il Consiglio intende garantire che i lavoratori siano informati sull’uso dei sistemi decisionali e di monitoraggio automatizzati. Secondo le nuove norme, tali sistemi saranno monitorati da personale qualificato, che beneficerà di una protezione speciale contro trattamenti discriminatori. Sarà inoltre prevista una supervisione umana per decisioni significative, come la sospensione degli account.

Sulla base dell’orientamento generale raggiunto, il Consiglio avvierà i negoziati con il Parlamento europeo al fine di raggiungere un accordo provvisorio.

L’economia delle piattaforme digitali è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni: le entrate sono passate da circa 3 miliardi di EUR nel 2016 a circa 14 miliardi di EUR nel 2020 e si prevede che il numero di lavoratori delle piattaforme raggiunga i 43 milioni entro il 2025.

La crescita delle piattaforme digitali ha portato benefici sia alle imprese che ai consumatori, ma ha anche creato una “zona grigia” per molti lavoratori delle piattaforme in termini di status occupazionale. Secondo la Commissione europea, circa 5,5 milioni di lavoratori attualmente classificati come autonomi hanno effettivamente un rapporto di lavoro con le piattaforme digitali e dovrebbero quindi beneficiare degli stessi diritti sociali e lavorativi riconosciuti ai dipendenti secondo la legge dell’UE.

Inoltre, l’uso degli algoritmi nel lavoro tramite piattaforme digitali ha sollevato questioni riguardanti il trattamento dei dati dei lavoratori e la trasparenza e responsabilità dei processi decisionali.

La Commissione ha presentato la sua proposta di direttiva il 9 dicembre 2021, che mira a:

– Garantire che le persone che lavorano tramite piattaforme digitali abbiano o possano ottenere uno status occupazionale corretto in base al loro effettivo rapporto con la piattaforma e abbiano accesso ai diritti lavorativi e alla protezione sociale pertinenti.
– Garantire equità, trasparenza e responsabilità nella gestione algoritmica nel contesto del lavoro tramite piattaforme digitali.
– Migliorare la trasparenza, tracciabilità e consapevolezza degli sviluppi nel lavoro tramite piattaforme digitali e migliorare l’applicazione delle norme pertinenti per tutte le persone che lavorano tramite piattaforme digitali, inclusi coloro che operano a livello transfrontaliero.

I ministri responsabili dell’Occupazione e degli Affari sociali hanno già cercato di definire l’orientamento generale del Consiglio sulla direttiva relativa ai lavoratori delle piattaforme digitali durante la sessione dell’8 dicembre 2022.

Avvocato Ester Cattaneo