Fringe Benefit: cosa prevede il Decreto Lavoro

Torna a 3.000 euro la soglia di esenzione dei beni in natura e servizi che i datori di lavoro possono corrispondere ai dipendenti. Secondo il nuovo articolo 40 del DL 48/2023, l’agevolazione sarà valida solo per il 2023 e sarà estesa ai dipendenti con figli a carico. Per gli altri lavoratori, la soglia rimane a 258,23 €.
Si prevede un minore gettito fiscale di 142,2 milioni di euro nel 2023 e 12,4 milioni nel 2024. L’obiettivo del governo è aumentare i redditi delle famiglie e limitare l’inflazione strutturale. La soglia di esenzione era già stata aumentata a 600 € con il Decreto Aiuti-bis e successivamente a 3.000 € con il Decreto Aiuti-quater.
La norma in questione, in deroga all’articolo 51 del TUIR, stabilisce che i beni e i servizi ceduti ai dipendenti con figli a carico, entro il limite di 3.000 euro complessivi, non concorrono a formare il reddito. Inoltre, le somme erogate o rimborsate ai dipendenti per le utenze domestiche, come l’acqua, l’energia elettrica e il gas naturale, sono esenti. Prima di erogare tali benefici, i datori di lavoro devono informare le rappresentanze sindacali unitarie, se presenti.
Affinché i beni accessori siano riconosciuti ai lavoratori, è necessario presentare una dichiarazione che attesti il diritto e includere il codice fiscale di ogni figlio a carico. La nuova esenzione si applica esclusivamente ai dipendenti che hanno figli a carico e che soddisfano i requisiti dell’articolo 12, comma 2 del TUIR. Ciò include figli legittimi, adottivi o affidati, anche nati fuori dal matrimonio ma riconosciuti legalmente, con un reddito complessivo che non supera i 2.840,51 euro al netto delle deduzioni. Per i figli di età non superiore ai ventiquattro anni, il limite di reddito è aumentato a 4.000 euro.
Per quanto riguarda la conferma della non concorrenza fino a 3.000 euro, inclusi i pagamenti o i rimborsi delle utenze domestiche, si applicano le indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 35 del 4 gennaio 2022.
Riguardo ai fringe benefit e al bonus carburante, il Decreto Legge 5/2023 ha riproposto il bonus carburante con un valore massimo di 200 euro per ciascun lavoratore, mantenendo l’agevolazione prevista nel 2022. La Legge di Conversione 23/2023 ha specificato che l’esclusione del bonus carburante dalla formazione del reddito del lavoratore non influisce sul versamento dei contributi previdenziali.
Pertanto, l’esenzione ha solo un impatto fiscale, mentre il valore del buono carburante viene considerato per determinare la retribuzione imponibile ai fini previdenziali. La circolare n. 27/E del 14 luglio 2022 dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il bonus carburante di 200 euro non contribuisce al raggiungimento della soglia dei fringe benefit.
Avvocato Ester Cattaneo