Licenziamenti, da luglio addio al Rito Fornero

Il Decreto Legislativo n. 149/2022 (Riforma Cartabia) ha apportato significative modifiche al processo civile in Italia, compresa la riforma del processo del lavoro.

Come abbiamo visto in questo altro articolo, tra le novità previste, a partire dal 28 febbraio 2023, c’è l’introduzione della negoziazione assistita, modalità di risoluzione alternativa delle controversie di lavoro che rappresenta un’opportunità per le parti coinvolte di risolvere pacificamente le proprie divergenze, senza dover ricorrere ai tribunali, con il supporto di un avvocato.

Per quanto riguarda invece i licenziamenti, a partire dal 1° luglio 2023 il rito Fornero non sarà più in vigore e il processo del lavoro sarà disciplinato dagli articoli 409 e seguenti del codice di procedura civile. Inoltre, è stata introdotta una sezione ad hoc per le cause riguardanti l’impugnazione dei licenziamenti, nota come Capo I-bis, Libro II, titolo IV del codice di procedura civile.

Il nuovo articolo 441-bis stabilisce che le controversie sull’impugnazione dei licenziamenti avranno la priorità rispetto alle altre cause e che il giudice potrà ridurre i termini del procedimento per queste controversie.

Inoltre, all’udienza di discussione, il giudice potrà concentrare la fase istruttoria e quella decisoria sulle domande di reintegrazione nel posto di lavoro. Anche i giudizi di appello e di cassazione dovranno tenere conto delle esigenze di celerità e concentrazione.

Con la riforma del processo civile, le controversie del lavoro sono state ricondotte ad un unico procedimento e vengono riservate una corretta attenzione da parte del sistema giudiziario. Questo rappresenta un passo in avanti nella tutela dei diritti dei lavoratori e nella garanzia di una maggiore efficienza del processo.

La priorità data alle controversie sui licenziamenti dovrebbe garantire che queste questioni siano risolte rapidamente e che i lavoratori abbiano accesso a una giustizia tempestiva.

Avvocato Ester Cattaneo