Parità di retribuzione uomini e donne, la Direttiva UE 2023/970

La Direttiva UE 2023/970 del 10 maggio 2023, pubblicata nella G.U. dell’Unione europea il 17 maggio, rafforza la parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva.

La direttiva richiede che gli Stati membri adottino misure per garantire la parità di retribuzione tra uomini e donne, utilizzando strumenti neutri dal punto di vista del genere per valutare e classificare il lavoro senza discriminazioni salariali dirette o indirette. I datori di lavoro dovranno giustificare eventuali differenze salariali sulla base di criteri oggettivi.

La direttiva amplia il concetto di retribuzione per includere componenti accessorie in denaro o in natura, come straordinari, trasporti, alloggi, formazione, licenziamenti, pensioni complementari, ecc.

Sia i datori di lavoro pubblici che privati dovranno garantire la trasparenza retributiva sin dalla fase pre-assuntiva, pubblicando annunci di lavoro con informazioni neutrali sulla retribuzione e vietando l’indagine sulle condizioni stipendiali precedenti dei candidati.

Durante il rapporto di lavoro, i lavoratori avranno il diritto di divulgare la propria retribuzione e avranno accesso alle informazioni sul livello retributivo individuale e medio per sesso e categorie equiparabili.

I datori di lavoro di maggiori dimensioni (da 100 a 250 lavoratori) saranno obbligati, a partire da giugno 2027, a fornire report dettagliati sul gender pay gap. Se il divario retributivo supera il 5% e non può essere giustificato in base a fattori oggettivi, il datore di lavoro dovrà prendere provvedimenti per risolvere la situazione.

Gli Stati membri dovranno mettere a disposizione mezzi di tutela per i lavoratori che ritengono di essere vittime di discriminazione salariale, consentendo loro di intraprendere azioni legali per ottenere il risarcimento del danno. Saranno vietati il licenziamento e il trattamento sfavorevole o ritorsivo nei confronti di chi presenta reclami o avvia procedimenti per la parità di retribuzione.

Gli Stati membri hanno tempo fino al 7 giugno 2026 per adeguarsi alla direttiva mediante disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie.

Avvocato Ester Cattaneo