Rifiuto del passaggio a full-time e licenziamento
Quali sono le conseguente del rifiuto del passaggio a tempo pieno?
Può accadere che il datore di lavoro richieda al dipendente, per sopravvenute esigenze organizzative, di trasformare l’orario di lavoro da tempo parziale a tempo pieno (il cosiddetto full-time).
La determinazione, naturalmente, non può essere imposta in modo unilaterale e presuppone l’adesione del dipendente
Che cosa accade quindi se il lavoratore rifiuta di accettare l’espansione dell’orario di lavoro?
E ancora: può considerarsi legittimo il licenziamento comminato al dipendente che ha opposto tale rifiuto?
La giurisprudenza di legittimità, pochi giorni fa, si è pronunciata sulla questione.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in calce (n. 29337 del 23.10.2023) ha rovesciato completamente le conclusioni cui erano giunti il Tribunale e la Corte d’Appello, che avevano considerato illegittimo il licenziamento della lavoratrice.
Il caso.
Queste le circostanze di fatto della vicenda scrutinata dalla Cassazione.
Una dipendente assunta con un contratto di lavoro part-time a tempo orizzontale per 20 ore settimanali, con la qualifica di impiegata amministrativa di secondo livello del CCNL Terziario, riceve dal datore di lavoro la richiesta di trasformare il rapporto di lavoro in full-time.
La dipendente rappresenta di non essere disponibile al passaggio a tempo pieno e l’azienda, dopo averle fatto formare un nuovo assunto per lo svolgimento delle stesse mansioni, la licenzia per soppressione del posto di lavoro.
La lavoratrice impugna il licenziamento, reputandolo ritorsivo e comunque strumentale, adducendo quale unica ragione del recesso il rifiuto opposto alla trasformazione in full-time.
I giudici di primo e secondo grado hanno ritenuto violato il disposto dell’articolo 8, comma 1, del Dlgs 81/2015: “il rifiuto del lavoratore di trasformare il proprio rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale, o viceversa, non costituisce giustificato motivo di licenziamento”.
In sostanza, la Corte d’Appello ha rinvenuto un nesso tra il rifiuto al passaggio a tempo pieno ed il licenziamento.
Per la Corte di Cassazione, invece, il rifiuto del lavoratore a tempo parziale di passare a un rapporto di lavoro full time può giustificare il licenziamento individuale se la trasformazione oraria è l’unica soluzione possibile per l’azienda.
La Corte ha cassato la sentenza con rinvio.
Il Giudice dovrà distinguere il proprio esame tra accertamento della legittimità della scelta imprenditoriale e l’eventuale lamentata sussistenza di un’illecita ritorsione contro il lavoratore che ha opposto il proprio rifiuto alla trasformazione del contratto.
Cassazione Civile Sezione Lavoro ordinanza n. 29337 del 23.10.2023