Quale futuro per il contratto di espansione?

Il contratto di espansione rappresenta un istituto ampiamente riconosciuto per la sua capacità di soddisfare le diverse necessità derivanti dai processi di reindustrializzazione e riorganizzazione delle imprese. Questo tipo di contratto supporta efficacemente le azioni volte all’aggiornamento delle competenze professionali dei lavoratori nell’ambito dei processi aziendali che mirano al progresso e allo sviluppo tecnologico. Inoltre, favorisce l’assunzione di nuove figure professionali e fornisce un periodo di accompagnamento alla pensione per i lavoratori, consentendo loro di accumulare e aumentare il montante contributivo necessario per il calcolo della pensione anticipata.

Attualmente, il contratto di espansione è previsto come una misura sperimentale che non andrà oltre il 2023. Questo ha creato l’aspettativa che interventi legislativi rendano definitiva la possibilità di stipulare tali contratti o, almeno, estendano il periodo di sperimentazione per alcuni anni aggiuntivi. Tuttavia, l’art. 25 del Decreto Legge 4 maggio 2023, n. 48 (noto come “Decreto lavoro”) non risponde a tale aspettativa, ma introduce solo un’innovazione limitata.

Il Decreto lavoro si applica ai contratti di espansione stipulati entro il 31 dicembre 2022 e non ancora conclusi da imprese con più di 1000 dipendenti. In queste circostanze, è possibile stipulare un accordo integrativo presso il Ministero del Lavoro per la riduzione delle cessazioni dei rapporti di lavoro entro un periodo di 12 mesi. È importante notare che tale accordo non può modificare l’impegno di spesa inizialmente previsto né il numero massimo di lavoratori accompagnati alla pensione.

Secondo le disposizioni amministrative, è previsto un solo piano di esodo annuale per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Solo in casi eccezionali, caratterizzati da un elevato numero di lavoratori coinvolti, è possibile prevedere due piani di esodo nel contratto di espansione, con due diverse date presunte di risoluzione dei rapporti di lavoro nello stesso anno. Tuttavia, per ogni piano di esodo, il contratto di espansione deve indicare il numero massimo di lavoratori interessati e la data prevista per la risoluzione dei rapporti di lavoro, che deve essere la stessa per tutti i lavoratori coinvolti.

È importante notare che, secondo la circolare INPS n. 88 del 25 luglio 2022, la data di risoluzione dei rapporti di lavoro per l’anno 2022 non può essere successiva al 30 novembre 2022, mentre per l’anno 2023 non può essere successiva al 30 novembre 2023.

Tenendo conto di queste disposizioni, si comprende che, in base alla nuova normativa, è possibile modificare le date previste per la cessazione dei rapporti di lavoro nei contratti stipulati entro il 31 dicembre 2022. Tuttavia, il numero massimo di persone da accompagnare alla pensione rimane invariato, sebbene possa essere inferiore a quello inizialmente stimato, in quanto richiede il consenso individuale dei lavoratori alla risoluzione del rapporto di lavoro.

Per quanto riguarda interventi di più ampia portata sul contratto di espansione, occorre attendere la prossima legge di bilancio per eventuali novità o modifiche.

Avvocato Ester Cattaneo