Riforma fiscale: ecco le modifiche approvate dal Consiglio dei Ministri
Con il disegno di legge di delega al Governo approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 marzo 2023, n. 25, verrà riformato il sistema fiscale italiano. Il provvedimento è stato adottato con procedure d’urgenza e rientra tra gli obiettivi principali del programma del Governo presieduto da Giorgia Meloni.
La riforma del sistema fiscale ha diversi obiettivi, come l’impulso alla crescita economica e alla natalità, che verranno raggiunti mediante la riduzione del carico fiscale. La riforma mira anche all’aumento dell’efficienza della struttura dei tributi, che dovrebbe diventare più snella e meno burocratica. Inoltre, il disegno di legge prevede la definizione di meccanismi fiscali di sostegno a famiglie, lavoratori e imprese, per favorire la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Il Governo ha a disposizione 24 mesi per emanare uno o più decreti legislativi volti alla revisione del sistema fiscale. Questo è un passaggio fondamentale per implementare le modifiche necessarie alla struttura fiscale e per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal disegno di legge. Inoltre, il riassetto delle disposizioni di diritto tributario è un ulteriore passo che dovrà essere intrapreso, al fine di raccogliere tutte le norme in un Testo Unico per tipologia di imposta e di redigere il relativo Codice.
Il disegno di legge prevede una revisione strutturale della tassazione del reddito delle persone fisiche, con l’obiettivo di raggiungere gradualmente l’equità orizzontale. Tra le modifiche proposte, si prevede l’individuazione di una fascia di esenzione fiscale unica e lo stesso onere impositivo per tutte le categorie di reddito, con una particolare attenzione all’equiparazione tra redditi di lavoro dipendente e di pensione. Inoltre, verrà riconosciuta la deducibilità delle spese sostenute per la produzione del reddito di lavoro dipendente e assimilato, anche in modo forfettizzato.
Sarà inoltre possibile per i contribuenti dedurre i contributi previdenziali obbligatori in sede di determinazione del reddito di categoria e, in caso di incapienza, dedurre l’eccedenza dal reddito globale. Sarà applicata un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali con aliquota agevolata, al posto delle aliquote per scaglioni di reddito, su una base imponibile quantificata all’incremento del reddito del periodo d’imposta rispetto al reddito di periodo più ampio tra quelli relativi ai tre periodi d’imposta precedenti.
Inoltre, sarà prevista la possibilità di prevedere limiti al reddito agevolabile e un regime peculiare per i redditi di lavoro dipendente che agevoli l’incremento reddituale del periodo d’imposta rispetto al periodo precedente.
La riforma in questione prevede anche la revisione dell’imposizione sui redditi delle società e degli enti, attraverso la riduzione dell’aliquota IRES. Tuttavia, questa riduzione sarà subordinata al rispetto di due condizioni entro i due periodi d’imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito. La prima condizione prevede che una somma corrispondente, in tutto o in parte, al reddito sia investita in investimenti qualificati e in nuove assunzioni, al fine di agevolare la crescita economica e l’incremento dell’occupazione. La seconda condizione prevede che gli utili non siano distribuiti o destinati a finalità estranee all’esercizio dell’attività d’impresa. È importante sottolineare che la riduzione dell’aliquota precede l’effettuazione degli investimenti e questi ultimi devono essere effettuati entro i due periodi d’imposta successivi a quello in cui è stato prodotto il reddito assoggettato a imposizione con l’aliquota ridotta.
Le modifiche all’Iva previste nel testo, invece, includono la revisione dei presupposti dell’imposta in linea con la normativa UE, la semplificazione della disciplina del gruppo IVA e la razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote e della disciplina della detrazione.
E’ inoltre prevista la revisione dell’IRAP con l’abrogazione e l’istituzione di una sovraimposta IRES per garantire il gettito fiscale e finanziare il fabbisogno sanitario e delle Regioni in difficoltà.
Infine, lo Statuto del Contribuente sarà modificato per consolidare i principi del legittimo affidamento e della certezza del diritto, con l’obbligo di motivazione da parte dell’ente impositore e il diritto di accesso agli atti del procedimento tributario per garantire il diritto al contraddittorio.
Avvocato Ester Cattaneo